Ci
incoronano i rigori
L'Italia batte la Francia 6-4 ai rigori. A
segno
nel primo tempo Zidane su rigore e poi Materazzi. Poi traversa di Toni
e rosso a Zidane. Dal dischetto sbaglia Trezeguet, decisivo Grosso
Le mani sulla Coppa, l'Italia campione. Afp
BERLINO (Germania), 9 luglio 2006 - Pirlo sì, Wiltord anche, Materazzi sì, Trezeguet traversa, De Rossi sì, Abidal anche, Del Piero sì, Sagnol sì, Grosso sì. L'Italia è campione del mondo. Una frase che
a scriverla fa tremare la mano e accapponare la pelle.
Campione del mondo. Nella notte di Madrid Nando
Martellini lo scandì con la voce rotta dall'emozione per tre
volte di
seguito. Il miracolo si ripete 24 anni dopo sotto il cielo di Berlino
in una serata di calcio sudato, in cui gli azzurri soffrono, ma alla
fine di 120 minuti terribili e dei rigori esorcizzano il fantasma della
Francia. Campioni, padroni del mondo. Marcello Lippi
come Vittorio Pozzo ed Enzo Bearzot. E' la sublimazione del calcio. Un
pagina scritta da un romanziere folle che all'ultimo capitolo inventa
il finale più drammatico dopo una partita sofferta e sempre in
bilico.
I bucanieri di Domenech ammainano la loro bandiera e si arrendono
definitivamente.
LA SFIDA - Marcello Lippi
e
Raymond Domenech confermano di essere due inguaribili sentimentali. Non
cambiano nulla rispetto a Germania e Portogallo. Due scuole di pensiero
a confronto, entrambe all'insegna dell'organizzazione. Ma
Italia-Francia è anche dèja-vu, una sfida perennemente
appesa alla
fatalità, non a caso risolta dal dischetto del rigore. Quando
Henry va
a sbattere con la testa contro Cannavaro Domenech fa scaldare subito
Trezeguet e Wiltord, due incubi notturni dell'Italia. I due avvoltoi
della finale di Rotterdam. Ma il fuoriclasse dell'Arsenal non rinuncia
alla sua finale. Si è sempre detto che la Francia è
squadra tosta; un
gruppo irriducibile che gratta gratta risolve i suoi problemi. Con il
Portogallo ci è riuscita grazie a un rigore di Zidane.
Perché non
riprovare? Quando Malouda viene contrastato in area da Materazzi e
Elizondo indica il dischetto, i Bleus alzano la cresta e annusano
già
l'aria dei Campi Elisi. Zizou dal dischetto va a sbattere sulla
traversa, ma la palla ricade in rete.
LA REAZIONE - L'effetto
sugli azzurri è devastante. Per una decina di minuti la
Nazionale
arranca, intrappolata in una paura giustificata. Ma, nonostante il
preoccupante vuoto sulla fascia di Perrotta e la precarietà di
Totti,
piano piano gli azzurri ricuciono lo strappo e cominciano a giocare
come sanno. Lippi lo ha sempre detto: questi sono ragazzi con un
carattere straordinario. E il gol di Materazzi ne è la sintesi.
Sull'angolo di Pirlo, il difensore salta almeno una decina di
centimetri in più di Vieira e impallina Barthez: dall'inferno al
paradiso. E' il gol che dà la carica. Gattuso è l'icona:
l'uomo che va
su tutte le palle, che morde le caviglie senza mai ferire. La Francia
si fa sorprendere del gioco alto della Nazionale riducendo la sua
portata di azione in attacco e favorendo il possesso di palla. Chiusi i
varchi a Ribery e Henry, anche per Zidane tutto si complica: il
capitano è grande, ma autogestirsi nel pressing azzurro è
praticamente
un'impresa. Un Italia migliore, senza ogni dubbio, e la traversa di
Toni al 36' è il miglior biglietto da visita.
l'Italia si difende e i supplementari diventano
inevitabili. |
||
|